Il Nuovo dizionario dialettale della Calabria di Gerhard Rohlfs (A. Longo Editore, 1977, Ravenna) portato a compimento in un cinquantennio di lavoro assiduo, si apre con questa dedica:
A voi / fieri Calabresi / che accoglieste ospitali me straniero / nelle ricerche e indagini / infaticabilmente cooperando / alla raccolta di questi materiali / dedico questo libro / che chiude nelle pagine / il tesoro di vita / del vostro nobile linguaggio.
Una dedica che è anche, nella forma e nel ritmo, una epigrafe, destinata a suscitare memoria e futuro, consapevolezza e impegno e a porsi forse anche come una investitura.
È difficile oggi riferire a noi stessi le parole “fieri” “ospitali”, “cooperazione”, “nobile”, sentire come rivolte a noi le parole “A Voi”. Ma un uomo come Rohlfs non parlava invano: non per nulla egli lascia ancora viva, nei paesi, tra i tanti che hanno avuto la ventura di conoscerlo, una memoria familiare di ammirazione e affetto. Certamente quelle da lui scelte sono parole lungamente meditate, nelle sue lunghe peregrinazioni per più di 350 comuni di una terra che esercitava su di lui un'attrattiva singolare, a contatto con innumerevoli informatori, “professori, avvocati, medici, farmacisti, sacerdoti, segretari di comuni, maestri di scuola, artigiani, agricoltori, contadini, pastori e pescatori”. Costituivano quelle parole, forse, e costituiscono un richiamo alla nostra consapevolezza, certamente presente ma altrettanto certamente debole e ricacciata nel retroterra del privato, sul tesoro di vita a noi pervenuto, racchiuso nel nostro nobile linguaggio, da curare con umile ma convinta fierezza,
Il presente dizionario si muove nello spirito di quelle esortazione e nelle linee tracciate dal lavoro del grande Maestro, con la scelta stessa di approfondire le ricerche su un'area più ristretta ma più omogenea, costituita dai dialetti della Calabria Meridionale. Esso animava la ricerca di un appassionato cultore del dialetto quale Ettore Alvaro; questo stesso spirito ha poi animato il lungo assiduo lavoro di ricerca e di sistemazione condotto da Giuseppe Antonio Martino per quasi quattro lustri, che ha consentito di dare al Dizionario la forma compiuta nella quale oggi finalmente vede la luce. Vi è dentro le loro fatiche quella dedizione che solo la consapevolezza di trovarsi davanti ad un tesoro di vita può dare.
L'opera è volta anche a far crescere questa consapevolezza ed a rafforzare il legame tra i tanti studiosi di quel tesoro, che continuano ad amarlo pur nella difficile condizione data dal suo progressivo isolamento e dal loro reciproco isolamento. Il lettore troverà, a questo proposito nelle ultime pagine del Dizionario il fac-simile di una scheda, attraverso cui potrà, e glielo chiediamo con insistenza, comunicarci nuovo materiale, correzioni, suggerimenti. La cura di un tesoro quale quello costituito da un linguaggio e da una lunga storia, appartiene alla popolazione che a qual tesoro ha dato e dà vita. Quest'opera, compilata dai suoi Autori con tutto l'amorevole impegno che essa richiedeva, e con lo stesso impegno assunto dall'editrice, si pone consapevolmente come momento di questo più ampio lavoro di cura di carattere collettivo.
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