Dina Friedman Semadar, nata 66 anni fa nel campo d'internamento calabrese di Ferramonti, e' tornata per la prima volta in quel luogo. Nel campo ha girato tra le baracche cercando di trovare le foto dei genitori.
Quello di Ferramonti di Tarsia, nel Cosentino, e' stato il piu' grande campo di internamento fascista in Italia. A Ferramonti, tra il 1940 ed il 1943 vi passarono 3.000 ebrei di nazionalita' straniera. Da due anni una parte del campo e' diventato un luogo del ricordo.
La costruzione, del Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, ha avuto inizio nel maggio 1940
Era costituito da 92 baracche su un territorio di circa mq. 160.000 circondato da un recinto di filo spinato, sorvegliato dall'esterno lungo il suo perimetro dalla Milizia Fascista (gente del luogo e dei paesi vicini), mentre all'interno era sorvegliato da un Commissariato di Pubblica Sicurezza alle cui dipendenze vi erano un gruppo di agenti ed un Maresciallo.
Il Campo sorgeva nella Valle del Fiume Crati, a circa 6 Km dal paese di TARSIA, in una zona malsana, malarica e paludosa, dove erano in corso lavori di bonifica. Durante il periodo di prigionia molti internati si ammalarono e morirono di malaria. Esso entrò ufficialmente in funzione il 20 Giugno 1940.
Gli internati arrivarono a Ferramonti sempre ammanettati, accompagnati da Carabinieri, venivano fatti scendere alla stazione ferroviaria della vicina Mongrassano e da qui proseguivano a piedi per circa 6 Km.
Sull'area dove era posto il campo sorge adesso lo svincolo di Tarsia della autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria. Questo ha fatto sì che, complice l'incuria di molti, l'intero campo sia stato smantellato nel tempo e nessuna delle originali costruzioni è rimasta. Attualmente l'area è stata sottoposta a vincolo e vi è stato posto un apposito museo, di proprietà del Comune di Tarsia, dove anche quest'anno viene celebrato il Giorno della memoria.
(Ferramonti)
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