Rischio idro-geologico: se Amantea è a rischio noi vogliamo saperlo

lunedì 5 ottobre 2009 |

scritto da Atlas
La provincia di Messina è stata colpita da una tragedia fatta di pioggia e di fango, ma non solo. La colpa più grande è stata di chi ha costruito dove non si poteva costruire, di autorizzare l'inautorizzabile. Nel 2007 la natura si è fatta sentire in quelle zone, le stesse colpite oggi dalla catastrofe, producendo danni per 11 milioni di euro, ma nessun morto. La natura aveva dato uno dei suoi tanti avvertimenti: l'uomo non l'ha ascoltato, ed ecco il risultato. Anche ad Amantea la natura ha mandato i suoi messaggi facendosi sentire forte. Chi l'ha ascoltata?
"Qui le responsabilità so­no terrene. Adesso è tempo di solidarie­tà e di soccorso. Ma deve pur essere indi­cata la vera colpa. A due anni da un altro disastro simile, seppure non luttuoso, ci saremmo aspettati maggiore attenzio­ne ». Già, perché la stessa montagna che campeggia sul convento di Sant’Anto­nio, dove tre anziane suore rifocillano due pullman di terrorizzati turisti israe­liani, franò nell’ottobre del 2007 e il fan­go scivolò giù sulle fiumare ingessate, verso Scaletta, travolgendo ogni cosa, ma risparmiando vite umane. Una fortu­na. Un miracolo. Forse, un monito lan­ciato agli uomini per arginare la devasta­zione di spiagge e colline. A modo suo, la politica promise, s’im­pegnò, stanziò e in pompa magna an­nunciò una spesa di 11 milioni di euro per il territorio di questa Messina stretta sui fianchi dei Peloritani, fatta a strisce lungo fiumare zeppe di calcestruzzo. La svolta si rivelò però un proclama subito tradito e tradotto in interventi minimi per appena 900 mila euro malamente spesi, come adesso si lamenta uno dei consiglieri dell’Ordine dei geologi, Vincenzo Pinnizzotto, che i vizi della sua cit­tà li conosce da vicino: «Spesso accade che i finanziamenti destinati a mettere in sicurezza il territorio finiscano altro­ve. Esigenze politiche... A ogni emergen­za se ne parla un po’ e poi non si fa nien­te lasciando che acqua e fango dilaghino in modo selvaggio»." Questo è un passaggio di un articolo del corriere.it, di Felice Cavallaro di oggi, 03 Ottobre 2009. Anche ad Amantea, qualche tempo fa, è venuta giù parte della collina sovrastante la (cosidetta) "Chiesa dei Cappuccini", ma molto poco sembra essere stato fatto per mettere in sicurezza quella collina.Sono passati i mesi estivi, ed a parte la chiusura di un tratto di strada fortemente pericolante, quali sono state le misure per mettere in sicurezza quella collinetta amanteana sulla quale in questi anni, tra le altre cose, si è andato ad edificare diverse costruzioni? Chi ci da la sicurezza che non ci siano state sbavature burocratiche anche in questi casi, dopo tutto quello che si è visto su alcune trasmissioni RAI (presadiretta) a proposito di come lavora il Genio Civile di Cosenza, che deve, tra le altre cose, rilasciare importanti certificazioni? Noi aspettiamo risposte... Nel video a seguire, una panoramica delle collinette sovrastanti Amantea, giusto per dare un'idea della situazione.
Fonte: Amanteaonline

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