scritto da Atlas
La provincia di Messina è stata colpita da una tragedia fatta di pioggia e di fango, ma non solo. La colpa più grande è stata di chi ha costruito dove non si poteva costruire, di autorizzare l'inautorizzabile. Nel 2007 la natura si è fatta sentire in quelle zone, le stesse colpite oggi dalla catastrofe, producendo danni per 11 milioni di euro, ma nessun morto. La natura aveva dato uno dei suoi tanti avvertimenti: l'uomo non l'ha ascoltato, ed ecco il risultato. Anche ad Amantea la natura ha mandato i suoi messaggi facendosi sentire forte. Chi l'ha ascoltata?
"Qui le responsabilità sono terrene. Adesso è tempo di solidarietà e di soccorso. Ma deve pur essere indicata la vera colpa. A due anni da un altro disastro simile, seppure non luttuoso, ci saremmo aspettati maggiore attenzione ». Già, perché la stessa montagna che campeggia sul convento di Sant’Antonio, dove tre anziane suore rifocillano due pullman di terrorizzati turisti israeliani, franò nell’ottobre del 2007 e il fango scivolò giù sulle fiumare ingessate, verso Scaletta, travolgendo ogni cosa, ma risparmiando vite umane. Una fortuna. Un miracolo. Forse, un monito lanciato agli uomini per arginare la devastazione di spiagge e colline. A modo suo, la politica promise, s’impegnò, stanziò e in pompa magna annunciò una spesa di 11 milioni di euro per il territorio di questa Messina stretta sui fianchi dei Peloritani, fatta a strisce lungo fiumare zeppe di calcestruzzo. La svolta si rivelò però un proclama subito tradito e tradotto in interventi minimi per appena 900 mila euro malamente spesi, come adesso si lamenta uno dei consiglieri dell’Ordine dei geologi, Vincenzo Pinnizzotto, che i vizi della sua città li conosce da vicino: «Spesso accade che i finanziamenti destinati a mettere in sicurezza il territorio finiscano altrove. Esigenze politiche... A ogni emergenza se ne parla un po’ e poi non si fa niente lasciando che acqua e fango dilaghino in modo selvaggio»." Questo è un passaggio di un articolo del corriere.it, di Felice Cavallaro di oggi, 03 Ottobre 2009. Anche ad Amantea, qualche tempo fa, è venuta giù parte della collina sovrastante la (cosidetta) "Chiesa dei Cappuccini", ma molto poco sembra essere stato fatto per mettere in sicurezza quella collina.Sono passati i mesi estivi, ed a parte la chiusura di un tratto di strada fortemente pericolante, quali sono state le misure per mettere in sicurezza quella collinetta amanteana sulla quale in questi anni, tra le altre cose, si è andato ad edificare diverse costruzioni? Chi ci da la sicurezza che non ci siano state sbavature burocratiche anche in questi casi, dopo tutto quello che si è visto su alcune trasmissioni RAI (presadiretta) a proposito di come lavora il Genio Civile di Cosenza, che deve, tra le altre cose, rilasciare importanti certificazioni? Noi aspettiamo risposte... Nel video a seguire, una panoramica delle collinette sovrastanti Amantea, giusto per dare un'idea della situazione.
Fonte: Amanteaonline
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