Il Dialetto reggino

giovedì 19 luglio 2007 |

Il dialetto reggino (u 'rriggitànu) è un idioma parlato nella città di Reggio Calabria e in gran parte della Calabria meridionale, grossomodo nel territorio della provincia di Reggio Calabria.

Il reggino è uno dei dialetti di tipo siciliano (lingua Calabro-Sicula) appartenenti al gruppo dei dialetti della Calabria, la cui variante più pura è parlata tra Scilla e Bova, dove presenta un'assenza delle consonanti "dure", tipiche nella cadenza del resto della Calabria.
Nato probabilmente dalla cultura meticcia tra le popolazioni autoctone ed il greco dei primi coloni calcidesi che fu parlato fino all'età bizantina, l'idioma reggino fu arricchito dal latino non tanto sotto l'impero, ma più probabilmente in età medioevale con l'arrivo dei normanni. Reggio è stata infatti per millenni "roccaforte" della cultura greca in Italia; ne sono oggi testimonianza vari elementi come: il residuo linguistico grecofono (il greco di Calabria), parlato nella sua provincia e in alcuni suoi quartieri; il fatto che vi siano molte famiglie con cognomi di origine greca: ad esempio, il cognome più comune a Reggio è "Romeo", che è un eponimo o nome di famiglia greco e che significa: "uomo greco di Costantinopoli".

Nel dialetto reggino sono presenti alcune caratteristiche tipiche delle lingue di tipo siciliano, più alcune peculiarità dialettali condivise con il dialetto messinese.

In reggino, viene pronunciato /ç/ in posizione iniziale o intervocalica; es. ciumi /ˈçjumi/ "fiume", ciumara /ˈçjumara/ "fiumara";
Nel dialetto reggino, per evitare confusione, il suono è trascritto come ḍḍ (es.: moddu "molle" <> moḍḍu "molle"); j: analogamente ad altri dialetti di tipo siciliano, viene pronunciato /j/; ma in certi casi (dopo un verbo ausiliario, non, un, tri "tre", ma non l'articolo determinativo) si pronuncia /gj/; esempi: jornu /ˈjornːu/ "giorno": un jornu /unˈgjonːu/; jittari /iˈtːarɨ/ "gettare": ll'a jittari /lagːjiˈtːarɨ/ "lo devi gettare"; tr: in reggino, tr viene pronunciato in una maniera diversa dall'italiano: /çɹ/ in posizione iniziale o intervocalica; es. tràsiri /ˈçɹasɨrɨ/ "entrare"


Il dialetto reggino affonda le sue origini nell'antichità, quando il territorio era dominato dalle popolazioni italiche. Le più antiche testimonianze delle popolazioni autoctone ci vengono da antiche monete reggine, sulle quali l'uso di caratteri in lingua osca fa pensare che tale idioma fosse un elemento caratterizzante della lingua parlata nella zona. Non è comunque da escludere che le origini siano da ricercare anche nelle lingue semitiche, visto che alcune tra le più antiche monete ritrovate recano alcuni caratteri con tali caratteristiche; ciò potrebbe essere comprovato dalla leggendaria venuta di Aschenez, di stirpe semita appunto, intorno al 2000 a.C..
La colonizzazione dei Greci vide affiorare Rhegion non solo come una delle principali città della Magna Grecia, ma anche come centro culturale, artistico, poetico e teatrale, ed ha lasciato un notevole influsso linguistico, sia dal punto di vista lessicale che morfo-sintattico. Questi influssi sono ancora oggi notabili in parole di origine greca:

'bampurìḍḍa > lampurida [lucciola]
batràci > botrakòs [ranocchio]
bucalàci > boubalàkion [lumaca]
buccàli > baukalion [boccale]
bùmmulu > bombule [piccola brocca per l'acqua]
cantàru > kantharos [tazza]
carasèntula > gâs ènteron [lombrico]
ciràsa > kerasos [ciliegia]
cuḍḍura > kollyra [pane di forma circolare]
grasta o 'rasta > gastra [vaso per fiori


Durante il medioevo, con l'arrivo dei bizantini in città, che ne fecero centro politico e religioso dei loro domini in Italia meridionale, la lingua reggina ebbe un ulteriore spinta rafforzando il legame con il greco. Alternativamente alla presenza bizantina, Reggio fu per un certo periordo dominio saraceno, con la conseguente introduzione di vocaboli arabi:
carùbba > harrub [carrubba (frutto del carrubbo)]
gèbbia > gebḥ [vasca d’acqua per irrigazione]
giuggiulèna > giulgiulan [seme di sesamo]
limbìccu > al-ambiq [moccio]
mascaràta > mascharat [risata]
'nzùḍḍa > [dolce tipico reggino]



Ma quando il condottiero normanno più famoso dell'Italia meridionale, Roberto il Guiscardo, aiutato dal fratello Ruggero, riuscì ad impadronirsi della città di Reggio, la Calabria centro-meridionale entrò in una fase di seconda latinizzazione. Un gran numero di parole normanne vennero assorbite dalla lingua reggina. I normanni hanno portato con loro non soltanto i propri parenti francofoni (anche se è probabile che il loro numero fosse esiguo), ma anche i soldati di ventura dall'Italia meridionale, ed altri italiani dalla Campania. Questi ultimi avrebbero importato il latino volgare, una lingua non molto diversa da quelle parlate nell'Italia centrale poiché abbastanza simile al latino vulgare della Toscana alla base dell'Italiano, lingua franca, unificatrice e, dal 1861, ufficiale in tutta l'Italia. Questo substrato linguistico fu quindi contaminato da molte componenti linguistiche presenti nella zona (normanna, francese, greca-bizantina e araba). La nuova lingua, evolvendosi, sostituì diverse parole arabe e greche, ma centinaia di queste parole sono rimaste nel vocabolario della nuova lingua romanzesca. Vocaboli di origine latina:

alári > halare [sbadigliare]
(a)ùndi > volgare ond > latino unde [dove]
cugnatu > volgare cognau > latino cognatum [cognato]
orbu > volgare orb > latino orbum [cieco]
sduvacári > devacare [svuotare]
sòggiru > volgare suoxer > latino socer [suocero].


Con l'arrivo degli Angioini, presenti dino al 1400, il Reggino fu influenzato anche da elementi francesi:

accia > ache [sedano]
arrocculàri > reculer [rotolare]
buàtta > boîte [lattina]
bucceri > bouchier [macellaio]
(a)'ccattàri > acheter [comprare]
'muccatùri > mouchoir [fazzoletto]
mustàzzi > moustache [baffi]
ndùja > andouille [salame]


Verso la metà del XV secolo Reggio cadde sotto il dominio degli Aragonesi; per tre secoli lo spagnolo fu la lingua ufficiale della città, e attraverso di esso entrarono a far parte del vocabolario reggino altri vocaboli:

capezza - testa dura (da "cabeza")
cucchiàra > cuchara [cucchiaio]
palumba > paloma [colomba]
scupetta > escopeta [fucile].

Vocaboli di origine catalana:
'muccatùri > mocador [fazzoletto]
prèscia > pressa [fretta]
timpa > timba [dirupo].


Coniugazione vervale:
Il sistema verbale reggino è molto complesso e differente da quello italiano. Esso si basa su costrutti di tipica origine latina e greca e conosce solo due coniugazioni, che sono: -ári ed -íri.
I verbi principali e le loro coniugazioni all'indicativo presente sono:
Essere (non come ausiliare): sugnu, sì, jéu (o éu), símu, síti, sù(nnu);
Avere (anche in luogo di Dovere): haju, hái, hávi, aímu, aíti, hannu;
Stare: stáju, stái, stái, stámu, státi, stánnu;
Andare: váju, vái, váj, jámu, jíti (o ghíti), vánnu;
Tenere (in senso di possesso): tègnu, tèni, tèni, tinímu (o tenímu), tiníti (o teníti), tènunu;
Fare: fazzu, fái, fáci, facímu, facíti, fàciunu (o fànnu).
Caratteristica tipica è l'uso frequente della prostesi della vocale -a-, che porta ad una doppia forma verbale:
ballàri e abballàri [ballare];
roccàri e arroccàri [impuntare].

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