Rosarno, Maroni: Forte degrado, stop a tolleranza per clandestinità

venerdì 8 gennaio 2010 |

Roma, 8 gen (Velino) - Resta tesa la situazione a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dove – dopo gli scontri di giovedì sera - è ripresa la protesta degli immigrati africani, scesi in strada per scandire slogan di denuncia della loro condizione. Forti timori di un’escalation si sono verificati in particolare quando un cittadino ha sparato due colpi di fucile in aria per disperdere un gruppo di immigrati che si era concentrato davanti alla sua abitazione. Gli immigrati sono successivamente entrati nell'abitazione dove c'erano la moglie e i due figli dell'uomo, ma si sono limitati a urla e proteste per poi allontanarsi. Episodi che fanno seguito alla battaglia serale al termine della quale gli immigrati erano rientrati nelle strutture di ricovero che li ospitano. La guerriglia è stata scatenata da alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura - in particolare nella raccolta di frutta - dopo che due di loro erano stati feriti da persone non identificate con un’arma ad aria compressa e pallini da caccia. “La situazione è grave, è pesante”, riferisce ai microfoni di CNRmedia Domenico Bagnato, commissario prefettizio (il comune è stato sciolto nel 2008 per infiltrazioni mafiose). Bagnato continua: “Ho parlato con i migranti e ho detto loro che faremo tutto il possibile per proteggerli. Ma ho anche specificato che non devono confondere l'attacco da parte di singoli con l'atteggiamento di tutta la cittadinanza”. Un allarme confermato dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. A Rosarno c’è “una situazione difficile, così come in altre realtà, perché in tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall’altra ha generato situazioni di forte degrado come quella di Rosarno”, rileva il ministro dell’Interno nella “Telefonata” con Maurizio Belpietro su Canale 5. “Stiamo intervenendo – prosegue Maroni - con i mezzi e i tempi necessari. Abbiamo per ora fatto una cosa molto importante: porre fine sostanzialmente all’immigrazione clandestina, agli sbarchi a Lampedusa che hanno alimentato queste situazioni di degrado. A poco a poco riporteremo alla normalità situazioni che devono essere portate alla normalità. Si generano tensioni, si generano situazioni come quella di Rosario: il nostro impegno – conclude il titolare del Viminale - è quello delle forze dell’ordine per riportare tutto alla normalità”.

A “Mattino 5” Maroni si sofferma anche sull’attentato contro la Procura generale di Reggio Calabria. La bomba scoppiata davanti alla sede della Procura generale non costituisce agli occhi del ministro un tentativo di stabilire una trattativa con lo Stato da parte della ’ndrangheta: “Mi sembra una ricostruzione piuttosto fantasiosa, con questi criminali nessuna trattativa è possibile”. Maroni continua: “L’unica azione che abbiamo fatto e intendiamo fare per il futuro è contrastare ogni forma di criminalità organizzata, estirpare la mafia, la ’ndrangheta, la camorra. Questo è l’impegno cui ci dedichiamo con tutti i mezzi possibili, oserei dire con passione”. Il titolare del Viminale dà conto anche della trasferta di ieri a Reggio Calabria, dove ha incontrato assieme al Guardasigilli Angelino Alfano i magistrati “proprio per portare il sostegno, la solidarietà del governo a chi si trova in prima linea a lottare contro la ’ndrangheta”. Maroni aggiunge che a Reggio Calabria ieri sono state da lui annunciate anche “misure importanti. Da lunedì saranno trasferiti a Reggio 120 carabinieri, poliziotti, investigatori per rafforzare la nostra azione di contrasto alla ‘ndrangheta”. Inoltre, “sono allo studio anche misure importanti sul fronte che dà più fastidio alla criminalità organizzata, la questione patrimoni. Portare via il frutto dell’azione criminosa alle consorterie mafiose è il nostro massimo impegno, ed è ciò che stiamo già facendo con successo”. Il titolare del Viminale ricorda che nei 18 mesi trascorsi al governo “sono stati sequestrati quasi 7 miliardi di beni, oltre 12mila beni. Siccome la Procura di Reggio Calabria è molto attiva su questo fronte, ecco il segnale.

Tra gli altri temi toccati nella “Telefonata” con Belpietro, l’introduzione dei body scanner negli aeroporti. Sui quali – lamenta il ministro dell’Interno - è stata fatta la “solita inutile polemica, parlando di gravi danni alla salute, raggi x… Nulla di tutto ciò, naturalmente”. Per Maroni i body scanner sono “strumenti sicuri, ma proprio per dissolvere ogni dubbi abbiamo costituito insieme al collega Matteoli ieri una commissione tecnica che deve valutare le possibili conseguenze sul piano della salute e della privacy di questa nuova strumentazione che intendiamo introdurre”. La decisione riguarderà “per ora gli aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Venezia, da cui partono i voli intercontinentali: ci vorranno due o tre mesi per l’acquisizione dei macchinari dalle società che li producono, i tempi di attesa sono non più di tre mesi”. Il ministro dell’Interno è convinto che " questi strumenti saranno molto utili per contrastare queste forme di terrorismo che spaventano e che sono difficili da intercettare se non con gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione”.

Maroni affronta anche la questione dell’immunità parlamentare: al riguardo, il dibattito “va avanti da 15 anni. Io penso – dice l’esponente del governo - che ci siano forme che possano garantire il libero esercizio dell’azione dei parlamentari e di chi sta al governo senza interferire con l’azione della magistratura”. Maroni parla di “equilibrio non facile da trovare oggi in Italia, perchè ogni volta che si parla di giustizia le polemiche si sprecano. Ma – aggiunge - confido che dopo ciò che è avvenuto il 13 dicembre, dopo l’aggressione a Berlusconi, il clima possa cambiare e si possa trovare una ragionevole soluzione”. Infine, sul federalismo fiscale Maroni segnala: “Stiamo lavorando col ministro Bossi e col ministro Calderoli, entro breve saranno portati all’approvazione i primi decreti delegati”. Maroni rimarca che il federalismo è per la Lega in particolare “un impegno assoluto, decisivo, pressante. Sono convinto che la legge approvata, di cui presto arriveranno i decreti delegati, possa davvero costituire un cambiamento radicale nel modo di gestire i soldi pubblici”, con un pieno passaggio al “principio di responsabilità”.

(Nicholas D. Leone da Ilvelino.it)

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