Non se ne sta con le mani in mano l’amministrazione del sindaco Ferruccio Mariani, il problema incombe e qualcosa di concreto è necessario fare. Il problema è sempre la possibilità che possa avvenire una seconda Cavallerizzo. Infatti, la frattura registrata dai tecnici che si sono portati sul posto, non è allarmante ma neppure stigmatizzano ciò che potrebbe succedere, perché la faglia interessata è abbastanza grande e anche profonda. Ai continui solleciti sono subentrate le richieste con visita in Provincia del neosindaco Mariani, il quale è riuscito a convergere l’attenzione dei politici provinciali, perché è meglio prevenire che curare un disastro che causerebbe l’isolamento dell’intero abitato. Cosa preoccupa, non solo gli amministratori (erano sul posto gli assessori comunali ai Lavori Pubblici, Albino Altomare e alla viabilità ed ambiente, Pasqualino Della Motta), che assieme al primo cittadino di Mongrassano, hanno ricevuto la delegazione del Cnr guidata dal geologo Carlo Tanzi, consulente Amamir, che ha il centro di raccolta dati a San Martino di Finita, proprio per studiare e soprattutto avvisare la popolazione del pericolo imminente se dovesse aumentare lo scivolamento causato dall’acqua sotterranea di un’area molto vasta; per la Provincia c’erano tecnici qualificati e l’ingegnere Basta, che conosce molto bene la situazione su questo costone che preoccupa da tempo. La richiesta del sindaco Mariani, è quella di prevenire con accorgimenti scientifici e nella misura in cui è possibile intervenire per pianificare la sicurezza dell’intera zona. Gli addetti allo studio del caso hanno proposto per il momento di installare dei rilevatori Gps e degli oscillometri nei punti interessati, collegati automaticamente ad un centro di registrazione in modo da conoscitore in tempo reale la situazione, ma non basta, perché in questa fase è possibile studiare il fenomeno e indirizzare delle risorse economiche per incanalare le acque, ripulire gli argini della strada che sale in montagna, lungo la quale è possibile osservare l’inizio della frattura; svuotare due vasche di recupero che si trovano più a valle, che un tempo servivano ai contadini della zona ed oggi si riempiono d’acqua che poi defluisce sempre nel tratto interessato allo smottamento. Con un po’ di manutenzione, con i giusti accorgimenti e con il monitoraggio quotidiano della rete idrica dell’Abatemarco, che passa proprio nella frattura identificata, sperando anche nella clemenza di pioggia imponente, un primo risultato è possibile acquisire. Se la strada di collegamento di cui stiamo parlando è la Sp 94 che collega a San Marco, anche quella che va da Mongrassano allo Scalo, in ben due punti presenta un cedimento strutturale preoccupante, che si sommano ad altri su cui la Provincia è già intervenuta mettendo in sicurezza il manto stradale. Ma in paese altri punti sono interessati al fenomeno di dissesto idrogelogico, per esempio in prossimità di Cavallerizzo che ricordiamo dista da Mongrassano appena 800 metri, tenendo conto che l’evacuazione della frazione di Cerzeto per causa della frana, ha causato un danno all’economia mongrassanese rilevante, ma fenomeni di minore entità ma pur sempre preoccupanti si registrano preso il cimitero.
Scritto da: Ermanno Arcuri
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