BISIGNANO. La politica locale si interroga, fa autocritica, esamina, relaziona, pensa a futuri scenari. E’ questo in sintesi l’intervento del consigliere, Francesco Fucile, che da più di un ventennio siede tra i banchi del consiglio, ricoprendo ruoli istituzionali prestigiosi come quello di vicesindaco.Ci vorrebbe la stessa maturità degli elettori di Mongrassano, che hanno rinnovato l’esecutivo amministrativo dando fiducia a molti giovani che per la prima volta si sono presentati in lista e oggi hanno la responsabilità di guidare il proprio paese. “Non vi è alcun dubbio – interviene il consigliere Fucile - che la politica bisignanese sia fortemente malata e che per ripristinare regole e comportamenti occorre non solo coerenza politica e la forza morale di sostenere le scelte fino in fondo, ma un genuino esame di coscienza che porti ad analizzare serenamente la situazione che si è venuta a creare in seguito alle ultime due elezioni amministrative. Già nel 2006 manifestai le difficoltà oggettive di tipo politico-amministrativo che si sarebbero potute verificare con l’elezione di un sindaco populista. Non mi riferivo solo a problemi legati alla correttezza di alcuni atti e comportamenti amministrativi, ma anche all’imprudenza di creare nuove e diversificate aspettative tra i cittadini-elettori che puntualmente sarebbero state disattese. Purtroppo – continua Fucile - i risultati sono sotto gli occhi di tutti e, ironia del destino, non sono bastati 3273 voti per dare alla città una nuova figura di sindaco, quando, solo 5 anni prima, altre coalizioni hanno vinto le elezioni amministrative con poco più di 2200 voti. A questo è seguito un calo di prestigio istituzionale, l’imbarbarimento del confronto politico e il silenzio sconcertante di partiti e movimenti politici su questioni che solo pochi anni fa avrebbero imposto la fine dell’esperienza di governo o, quantomeno, una verifica politica all’interno delle forze di governo. Ma se Atene piange Sparta non ride. In una realtà conflittuale come quella locale dove, purtroppo, la prassi sembra essere quella di hobbessiana memoria: bellum omnium contra omnes, nella quale non esiste nessun confronto leale, ma solo il diritto di ciascuno di fare ciò che più gli aggrada a seconda degli umori di stagione, la politica ne esce sconfitta. Rispettiamo, ma non condividiamo la linea politica della mancata partecipazione al Consiglio Comunale. Per quando ci riguarda partecipare al Consiglio non significa fare sconti al sindaco, così come saremmo stati più intransigenti se i fatti giudiziari che riguardano il sindaco fossero capitati ad esponenti dell’opposizione. Anche queste sono questioni che meriterebbero una discussione sull’opportunità del Comune di costituirsi parte civile. Sono bene accetti, invece – conclude Fucile - gli appelli distensivi che mirano a ripristinare il dialogo fra le forze politiche e a guardare alla cittadinanza attiva come una risorsa da valorizzare e con cui confrontarsi. Le campagne acquisti alla Florentino Perez non sono più proponibili in una comunità che ha bisogno di recuperare credibilità e di implementare una politica dignitosa e rispettosa del consenso popolare. Questo dobbiamo fare indipendentemente dai ruoli che ognuno sarà chiamato a ricoprire e dai consensi che il progetto potrà ottenere”.
Fonte: Nuovasibaritide
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